Sicurezza, Fmi ed Handicap: un momento importante


RideForLife, la manifestazione per beneficenza voluta dall’associazione no profit Riders4Riders per aiutare piloti infortunati durante gare o allenamenti, non è stato solo show, ma anche un momento fondamentale per riflettere sulle tematiche della sicurezza in pista, concentrandosi particolarmente verso il settore dell’off-road.

Sabato 12 novembre, infatti, nell’area allestita all’interno del crossodromo Monte Coralli di Faenza, è stato

Da sinistra: Andrea De Beni, Stefy Bau, Monica Lazzarotti, Giovanni Copioli, Lorena Sangiorgi, Marc Ristori e Beatrice Ristori

realizzato il convegno dal titolo “Prevenzione degli infortuni in pista e pratica sportiva degli atleti diversamente abili: testimonianze e prospettive “.

Guidato dall’esperienza di Lorena Sangiorgi della Clinica Mobile e voluto fortemente dalla volontà di Stefy Bau, ex campionessa di motocross incappata anche lei in un grave incidente di gara, il convegno ha trattato il tema della sicurezza sotto molteplici aspetti: il lavoro dei titolari degli impianti e dei crossodromi, l’impegno dei medici, dei direttori di gara e dei segnalatori, il lavoro “dietro le quinte” della Federazione Motociclistica Italiana e le testimonianze dei piloti in prima persona.

Momento clou dell’evento, rientra di diritto proprio la testimonianza dell’ex campione mondiale di motocross Marc Ristori, che aiutato nella traduzione dalla mamma Béatrice, ha portato un valore aggiunto enorme. Sue frasi che risuoneranno nei cuori degli appassionati per molto tempo, come ad esempio: “Dobbiamo lavorare coesi perché quando si parla di sicurezza nessuno di noi è spettatore, siamo tutti attori principali” e anche “La prima cosa che dobbiamo avere quando ci rapportiamo con gli sport del fuoristrada è il rispetto”.

L’intervento di Marc, giunto da Ginevra anche e soprattutto per presenziare al convegno, è stato fondamentale: impegnato con la Federazione Svizzera in qualità di Commissario Tecnico della Nazionale Motocross, Marc ha toccato diversi cuori, non ultimo quello di un suo grande ammiratore: Emanuele Giovanelli. Il tre volte portacolori della Maglia Azzurra all’Europeo Quad per Nazioni ha commentato le parole di Marc con sincera commozione, indicandolo come un esempio da seguire, non solo per le tecniche di guida che lo caratterizzavano un tempo prima dell’incidente che gli ha cambiato la vita, ma anche e soprattutto come uomo.

Un momento dell'intervento di Andrea De Beni, fondatore del Garpez Team

Il Garpez Team ha avuto un ruolo preponderante anche nel convegno: uno dei relatori presenti, infatti, era il suo fondatore Andrea De Beni, che nel suo intervento ha raccontato nascita e mission del team, rapportando quello che è l’impegno della prima squadra corse di disabili in quad proprio nell’ambito della sicurezza: da come si sale sul quad a come posizionarsi, dall’uso di presidi e protezioni senza lesinare, fino all’aspetto psicologico, più legato alla capacità o incapacità del disabile di avere chiara la demarcazione tra ciò che è possibile fare in piena sicurezza e ciò che rappresenta una dimostrazione di forza fine a stessa che mette a repentaglio la prestazione stessa, nonché l’incolumità di se stessi e di chi sta accanto. Il tema del controllo, quindi, in relazione alla sicurezza e alla presenza di un handicap che ne condiziona il valore.

Fondamentale, poi, la presentazione da parte di Monica Lazzarotti della FIM in merito alla nuova normativa che regolamenta i tesseramenti per disabili. Coadiuvata dagli interventi di Antonio Assirelli – Responsabile del Comitato Quad FMI – e Giovanni Copioli – Avvocato e consigliere FMI – Monica Lazzarotti ha spiegato nel dettaglio la grande innovazione che vede, a partire dal 2012, l’introduzione dei disabili nella normativa di riferimento per i tesseramenti.

Innanzitutto, la grande innovazione è che il disabile è in qualche modo “censito”, quindi esiste per la Federazione e questo lo rende pari a qualsiasi altro atleta che vuole fare richiesta di tesseramento: prima d’ora, non essendo riconosciuto in un qualsiasi ambito, il disabile andava incontro al libero arbitrio di un tesseramento che non era di certo così scontato in fase di rilascio.

Ma cosa cambia, in dettaglio? Vediamo l’iter: il disabile che vuole tesserarsi con FMI deve presentarsi presso un qualsiasi centro che abilita al rilascio del certificato di idoneità agonistica. Se il medico non incontra problematiche da segnalare, l’iter è identico a quello di qualsiasi atleta: con il via libera del medico e relativo Certificato di idoneità agonistica, il disabile si reca in un qualsiasi motoclub, effettuando così una normale richiesta. Se il medico, al contrario, nutre invece qualche dubbio sulla pericolosità di tale rilascio, ha da oggi la possibilità di coinvolgere la Federazione che, chiamata in causa, istituisce una commissione in grado di pronunciarsi in modo non vincolante in merito al singolo caso. Il medico, appreso il parere della commissione, decide poi se procedere o meno con il rilascio del certificato agonistico.

Nella stessa comunicazione, inviata nei giorni scorsi ai Motoclub e presentata davanti a centinaia di addetti ai lavori nel convegno, FMI dichiara che non verranno portate avanti richieste con indicazioni di sport diversi da quelli indicati per i normodotati, come è giusto che sia, e informa i motoclub di tutta una serie di patologie ed handicap che possono rappresentare un vincolo al rilascio del tesseramento.

Si tratta di un cambio epocale, quindi, anche perché oltre a garantire i diritti dei disabili che voglio prendere parte a manifestazioni agonistiche sul territorio, non vengono create categorie ad hoc e non vengono posti veti preventivi: nel caso di handicap non ostativi, l’iter è infatti praticamente identico a quello di un normodotato.

In questa serie di belle notizie, fa piacere constatare come l’apporto del Garpez Team e di tutti i piloti che all’interno si sono avvicendati negli anni precedenti, ha certamente contribuito ad assegnare al disabile che vuole vivere un’esperienza sportiva in quad, un’immagine positiva, competitiva quanto basta e sana al punto da essere condivisa con quella di qualsiasi altro atleta degli sport del fuoristrada. Atleta e basta, normodotato o disabile che sia.

Le persone presenti al convegno hanno appreso quindi una notizia fondamentale, vedendo il tema della sicurezza sotto molteplici punti di vista e con testimonianze concrete, trasformando poi il convegno in un vero e proprio dibattito, terminato con un numero di persone presenti superiori alla fine rispetto a quelle sedute all’inizio: indice, questo, di grande interesse e senso di responsabilità e rispetto verso le tematiche offerte dai relatori.

Sul sito del Garpez Team è disponibile la Circolare in originale, da scaricare dall’apposita sezione “Media”.

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